Fabio Perino | GOLDEN TEARS FLOWING DOWN MY FACE
Dal 10/02/2022 Al 04/03/2022La morte per le anime è divenire acqua, la morte per l'acqua divenire terra, e dalla terra si genera l'acqua, e dall'acqua l'anima.
Eraclito, Sulla natura, fr. 36
Fin dalle origini del pensiero greco, in maniera del tutto inconfutabile, l’acqua è ritenuta l'elemento fondante del macrocosmo e di tutto il suo slancio vitale. Da Aristotele in poi, il filosofo, astronomo e matematico greco antico Talete di Mileto, figura di paradigmatica saggezza e di comprovata versatilità, indicato come il primo filosofo della storia del pensiero occidentale, iniziò la ricerca dell'archè (ἀρχή), ossia di quel «principio», da certuni considerato eccessivo, identificato empiricamente con l'elemento dell'acqua, prescelto tra tutti e quattro gli enti che costituiscono sia la realtà naturale sia il mondo sensibile, da cui tutte le cose hanno avuto origine poiché consente la vita, divenendo così artefice di una nerboruta connessione tra il microcosmo umano e il macrocosmo naturale. Peraltro, l'acqua compare sovente nelle svariate divagazioni degli antichi cosmologi: per esempio, nelle teorie oracolari enunciate dall'«oscuro» Eraclito di Efeso, pensatore per eccellenza del cosiddetto divenire, il fiume diviene simbolo assiomatico del perenne fluire delle cose. Inoltre, per via del suo pessimismo, in età medievale, seguendo una tradizione antica enunciata nei Dialoghi di Luciano di Samosata, Eraclito venne definito come il "filosofo del pianto". Difatti, egli viene solitamente rappresentato nelle opere d'arte che lo ritraggono con un'espressione seria, poco allegra e spesso in completa solitudine.
Ed è secondo tali precetti che si struttura percettibilmente la ricerca artistica, eterogenea e poetica, del giovane artista torinese, classe 1990, Fabio Perino, il quale si focalizza, seppur in maniera decisamente metaforica, sulle questioni sensibili legate al famigerato “oro blu”, filo conduttore di questo nuovo capitolo della sua carriera artistica, intitolato, per l'appunto, "Gold tears flowing down a face". Qui, mediante il flusso luminoso e l'intensità vibrante della luce, la realtà si espande visibilmente verso nuovi orizzonti, oblii estatici caratterizzati da una intensa lirica intimistica e da rivelazioni contraddittorie ma brillanti, probabilmente destinate a svanire, laddove i riflessi dorati, donatici dal sole, si riflettono sulle gocce d'acqua generate dal mare tumultuoso per vestire i volti umani.
Ed è così che l’attenzione si sposta celatamente sull’incoerenza e sulla “fame d'aria” tipici della natura umana. Fluidamente, la sequenza dialogica e sintattica dei lavori di Perino è volta a sottolineare il rapporto che intercorre tra ciò che è condivisa, creando una sinfonia gentile, cromaticamente tenue ma incisiva e livellando, trascendente e ciò che è realtà per quanto possibile, l'interazione tra immaginazione e conoscenza e viceversa. Si tratta di un simbolismo musicale composto in maniera armonica da video, installazione e fotografia, che ritmicamente si avviluppano tra di loro, il cui preludio, così gestito da Fabio Perino, pone le basi per la nascita di un nuovo e profondo logos in cui coabitano armonie inconsuete, innovazioni verso una nuova e raffinata armonia, bellezza, espressioni fondate sulla ricerca dell'equilibrio e dell'esattezza e una costruzione compositiva solida. "Gold tears flowing down a face" ci propone così un proscenio plurisensoriale, immersivo e fortemente delicato.