Claudia Virginia Vitari | LOCKDOWN
Dal 31/03/2020 Al 19/04/2020LOCKDOWN è la prima di tre mostre on line di un calendario di programmazione che desidera non solo adattarsi nella sua modalità al momento storico, ma se possibile, fornire degli spunti di riflessione e delle chiavi di lettura inediti ed innovativi, che dovrebbero essere sempre tra i propositi primi dell'arte contemporanea, non sottovalutandone il potere consolatorio e salvifico.
Uno degli aspetti più interessanti della ricerca artistica più che decennale di Claudia Vitari è volto ai meccanismi di disgregamento per alcuni soggetti della società "convenzionale" e della ricostituzione di società altre, attraverso la chiusura fisica o mentale dell'essere umano, il cui stato di "fermo", in senso lato ed eventuale "rilascio" o riapertura, sono disciplinati dall'istituzione.
Vitari racconta di detenzione coatta, di malattia mentale che spesso equivale ad un carcere metaforico ma anche reale e nei casi più gravi, alla morte sociale; di immigrazione, tematica in cui la chiusura, delle frontiere o il confinamento nei centri di accoglienza, sono tristemente aderenti al concetto dell'esposizione.
Sono dunque molteplici le indagini dell'artista perché prendono in considerazione fasi differenti:
-il LOCKDOWN, come tutela, per il soggetto in sé e per la propria guarigione nonché per la tutela della sicurezza altrui e le dinamiche che comporta uno stato di reclusione, o di confino o di sorveglianza;
-la GUARIGIONE e il tempo necessario per raggiungerla. Quando il soggetto è in grado di riapprorpiarsi dei propri diritti e con quali nuove regole questo accade? E sarà davvero in grado di farlo? Quali strumenti vengono forniti? Vitari indaga e registra, senza che ne emerga un giudizio.
Quando a decidere è l'istituzione, l'interpretazione non può essere rivolta al caso singolo perché ovviamente la "regola", nata per la collettività, non può permettersi di considerare la tutela "ad personam". Ed è a questo punto che l'artista interviene dando voci e volti a esseri umani che hanno una storia personale, sottraendoli per quanto possibile ad una amalgama che li vede ultimi in classifica. I titoli dei lavori di Vitari sono spesso i nomi delle persone intervistate e ritratte, nel tentativo di allontarli dalle statistiche, alla ricerca di una identità fatta almeno di tratti somatici e di storia genetica, che dia loro dignità di Esseri Umani ed unici.
Sono tre i progetti presi in considerazione per l'esposizione, nella quale vengono proposti disegni preparatori e di uno di essi l'installazione compiuta: Percorso Galera (2007-2008 ), Le Città Invisibili (2009-2012), O-Platz.Identità Interstiziali (2015-2019).
In Percorso Galera (installazione completa), l'artista ha lavorato con alcuni detenuti della casa circondariale "Lorusso e Cotugno" di Torino, raccogliendone stati d'animo, pensieri e documenti attraverso le interviste e i volti realizzandone i ritratti; i disegni sono quasi degli schizzi, con l'intenzione di esprimere il limitato tempo a disposizione per le visite ma anche per sottolineare l'impossibilità di conoscere realmente chi si ha di fronte. Di questo ciclo, in mostra i totem e le lastre di serigrafie su differenti strati di resine retroilluminati e ferro, resi in installazioni light-box.
Le Città Invisibili rappresentano il suo secondo grosso progetto, ideato, realizzato e prodotto a Barcellona, attraverso la lunga e sistematica frequentazione di Radio Nikosia, la prima stazione radio spagnola ideata e strutturata da persone con diagnosi di disurbi mentali. In mostra alcuni straordinari disegni preparatori del progetto, realizzati con serigrafie su carta di riso.
L'ormai consolidato, metodico e puntuale lavoro di ricerca dell'artista, che prevede sempre l'assottigliarsi estremo dei confini tra vita e lavoro, porta Claudia Vitari ad occuparsi, anche attraverso il volontariato, del progetto di accoglienza di Oranienplatz a Berlino, dove un gruppo di rifugiati, attraverso l'occupazione della piazza, ne ha coordinato le linee guida. Anche di questo ciclo in mostra i disegni preparatori, con la tecnica della serigrafia su carta di riso.
In mostra una dozzina di lavori, dal 1 al 19 aprile 2020.
Su richiesta, per approfondimenti del lavoro, ulteriori supporti video e fotografici e per la visione dal vivo verrà stabilita la modalità e la possibilità a seconda dell'evolversi della situazione attuale.