THE HUFFINGTON POST | Alejandro Cartagena fotografa i pendolari messicani
13/02/2014
Per circa un anno, dalle 7 alle 9 del mattino, Alejandro Cartagena si è piazzato, con la sua macchina fotografica, su un cavalcavia, su una delle strade più trafficate del Messico, l’Autostrada 85, che collega Monterrey a San Pedro, verso sud. Un punto di osservazione privilegiato per raccontare la precarietà di migliaia di lavoratori messicani che comincia la mattina presto, nella difficoltà di raggiungere il luogo di lavoro. In The car poolers - in mostra per la prima volta in Italia alla galleria De Chirico di Torino fino al 4 maggio - Cartagena, ha fotografato i camion carichi di lavoratori, migliaia di pendolari che ogni giorno si muovono lungo tutto il Paese.
«Una riflessione sulle condizioni di lavoro di numerosi messicani e sulla loro invisibilità in una società in crisi», spiega il fotografo messicano. Come in un’indagine sociologica Cartagena ha seguito migliaia di esseri umani nascosti, dormienti, stanchi o semplicemente piccoli tasselli di un meccanismo più grande di loro. Questi lavoratori si muovono in gruppo per necessità, per risparmiare sugli spostamenti, in un Paese dove la mobilità individuale è un lusso, e quella collettiva un’utopia. Nel primo mondo il “car pooling” ha una valenza positiva: vuol dire mobilità di gruppo, e quindi un’azione collettiva che riduce le emissioni dei gas di scarico. In Messico diventa denuncia per le difficili condizioni di vita di milioni di persone.
Cartagena, messicano ma nato nel 1977 a Santo Domingo, è uno dei più affermati fotografi del centro america, e riconosciuto a a livello internazionale. Ha pubblicato nei maggiori magazine del mondo, dal New york times al Newsweek, dal The guardian a Le monde. La sua è una fotografia dalla forte valenza sociale e documentaria con un forte attaccamento alle origini, infatti Cartagena sostiene che «essere nato e vivere nel luogo che si sceglie di fotografare permette di fornire una visione più corretta e approfondita alle indagini sociali e documentarie».
