LA REPUBBLICA | Così la De Chirico vuole omaggiare gli sperimentatori
09/07/2015di Olga Gambari
FARE poesia è un po' come scrivere e suonare una musica, dipingere un'immagine, scattare una fotografia. Ci sono stati artisti, al tempo stesso anche scrittori, che hanno sempre mescolato le carte, che hanno fatto lavori usando elementi linguistici diversi.
A partire dalle avanguardie, da Rimbaud, Mallarmè e poi il lettrismo, sviluppando un'idea di poesia visiva di matrice concettuale ma di immediata relazione con lo spettatore.
Raffaella De Chirico dedica una mostra ad alcuni artisti che hanno declinato questo versante artistico, sperimentatori nell'ambito di corto circuiti produttivi tra suono e immagine in una mostra raffinata e preziosa.
Si intitola Minute de vérité ed è un invito all'ascolto, realizzato con gli occhi che diventano poi suono di parole, musiche. Ed elementi trovati che si fanno collage. Sono Carlo Alfano, Nanni Balestrini, Henri Chopin, Emilio Isgrò, Arrigo Lora Totino, Gil J. Wolman.
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