Paolo Peroni, Rottura Spontanea di Simmetria
News Arte Torino
23/04/2013Martedì 23 Aprile, presso la sede scatolabianca Paolo Peroni inaugura la mostra Rottura Spontanea di Simmetria, esposizione curata da Martina Cavallarin.
La mostra durerà sino al 24 Maggio 2013 nella sede di Via Ventimiglia (angolo Via Privata Bobbio), Milano.
Paolo Peroni
ROTTURA SPONTANEA DI SIMMETRIA
a cura di Martina Cavallarin
La ricerca di Paolo Peroni è un passo doppio tra piani e contropiani in cui la sperimentazione linguistica e l’uso dei materiali sono spesso un espediente per suggerire una tensione, mettere in connessione ed esplicare la sperimentazione. Si tratta di un sistema di relazioni in trazione costante, un gioco di scambi e immersioni in cui ciò che conta di più sono i rapporti e i conseguenti resoconti tra elementi. Il confronto si estrinseca quindi tra naturale e artificiale, singolare e plurale, privato e pubblico, impossibilità e potere. L’esame di un tipo o di una tipologia conta per il giovane artista nella misura in cui è possibile sperimentare delle teorie legate alle leggi dell’economia e della biologia sempre raccordate da un’impronta umanistica e letteraria che lo staccano sottilmente dalla filosofia pura per immetterlo in quella corrente d’arte contemporanea che si nutre di espansione dell’errore, dati d’imperfezione, traumi da cui si generano delle duttilità possibili e sempre spinte al limite del parossismo. Paolo Peroni è un artista parresiasta nel senso di colui che “si assume il rischio della verità”, che insegue il tout-dire, il pan-rhema, il dire tutto della verità e dirla senza mascherarla (da Michel Foucault, conferenze del 1983 all Università californiana di Berkeley).
Nelle sue opere Paolo Peroni organizza una decostruzione, imita e simula attraverso il negativo, danneggia forme organizzate in un universo che diviene universo scenico, spazio classico e luogo di rappresentazione entro il quale tutto può essere violentato mediante curvature, anamorfosi, sgretolamenti, impasti. Le condensazioni, le rimozioni, i dislocamenti lavorano sui materiali sprigionando un’altra energia che rende l’opera irriconoscibile rispetto alla sua matrice. Questo avviene con il metacrilato dei cicli Bios, Genotipo e Fenotipo, come con la gomma al silicone dei Sudari da Caccia. Nella vicinanza tra positivo e negativo di nietzschiana memoria, l’intensità del rappresentato e il fantasma del vocativo si rivelano disordine che è denuncia di un altro ordine e di un’altra natura smascherando tutto ciò che è formale, dichiarato, corretto, stabilito. In quest’universo a clima incostante la difformità crea uno scarto e provoca l’opera che altro non è che un’impertinenza (1), una necessità fisiologica, la più straordinaria delle imperfezioni possibili, è arte e vita insieme.
Martina Cavallarin
1. Jean - François Lyotard, DISCORSO, FIGURA, Mimesis Edizioni, 2008.
Paolo Peroni è nato a Cuggiono (Mi), vive e lavora a Torino.
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Biografia
Ha conseguito il Diploma al liceo artistico A.Candiani di Busto Arsizio (VA) e si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, indirizzo scultura. Nel 2009 ha lavorato come assistente per lo studio di Patrizio Travagli a Firenze. Successivamente ha tenuto il corso di scultura presso “ADA” e “L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'istituto Michelangelo” di Firenze e nel 2008 è stato assistente presso lo studio di Loris Cecchini a Prato.
Nel 2007 ha organizzato workshop artistici al “National Theatre” di Nairobi, Kenya.
Negli anni precedenti, dandosi una formazione più ampia, ha lavorato come artigiano per l’intaglio nel legno presso lo studio di C. Puccini, come formatore per lo studio di scultura “Romanelli” e la fonderia artistica “Il Cesello”, e come cesellatore presso lo studio di G.Arrigoni nel 2003-04 a Busto Arsizio (VA).
Bios
Bios rappresenta una produzione sensuale di contenuti, resistenze e contestazioni, le
quali proliferano, si manifestano e vengono assimilate nei “regimi di verità”.
E sono matrice pulsante del nostro bios politikos, manifesti di un desiderio positivo che
ci spinge ad esporci, e matrici di cambiamento poiché senza la pratica della resistenza,
senza la produzione dal basso di forme vitali o soggetti che rifiutano di “piegarsi” al
sistema corrente, non è possibile incidere un cambiamento che induca alla trasformazione
economica e politica della società e di noi stessi.
Le resistenze, positive e creative, dunque, appaiono in forme sempre diverse sulla tela
e rappresentano il rovescio della medaglia di ogni forma di potere: non esiste potere
senza rifiuto o rivolta in potenza.
Ogni BIOS comunica il desiderio positivo che spinge l’uomo ed ogni elemento ad esporsi
in una lotta continua e plasmante, direttamente connessa al suo ecosistema. Ciò che
traspare è la necessità di una evoluzione doppia, biologica e morale, concentrata sulla
forza dinamica del cambiamento tout court.
Genotipo & Fenotipo
Genotipo/Fenotipo, è un ciclo di opere costituita da due tipologie di immagini sovrapposte:
la prima è quella di una cellula osservata al microscopio, la seconda è quella di
una città vista dal satellite. Creando una similitudine visiva, si apre una riflessione sulla
sociobiologia, scienza fondata sul neodarwinismo e che rivolge il suo studio alle basi
biologiche che determinano il comportamento sociale.
Attraverso questa serie di opere si esprime la prospettiva da cui questa disciplina osserva
il mondo: dalla dimensione individuale dell’uomo, l’attenzione si sposta alla dimensione
del gruppo che lo determina, enfatizzando il ruolo del genotipo rispetto al fenotipo.
La sociobiologia, infatti, mostra un’immagine della natura umana in cui i caratteri del comportamento si sono evoluti soprattutto attraverso la selezione naturale ed il comportamento umano è una naturale conseguenza delle differenze genetiche tra gli individui.
Seguendo questa linea interpretativa, le scienze sociali vengono così ricondotte alla genetica
ed alle sue leggi, che oggi più che mai caratterizzano il processo di medicalizzazione
del singolo e dell’intero corpo sociale. La sovrapposizione tra l’infinitesimamente
piccolo ed il grande, che ne ripropone in scala maggiore le medesime caratteristiche,
sono l’effetto evidente di questa comprensione.
Mostre personali:
2013, Aprile-Maggio, Milano, Scatolabianca, a cura di Martina Cavallarin
2012, Giugno-Settembre, Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Project Room, site specific project
Mostre collettive:
2013, To be continued, 11 Febbraio -3 Marzo, Galleria Raffaella De Chirico, Torino.
2012, The Others Fair - Raffaella De Chirico Arte Contemporanea
2012, Datemi un Castello, Centro per Arte Contemporanea, Rivara
2011, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, The Others Fair, Torino - 4-6 novembre
2007, vincita del terzo premio alla “24°Biennale di Scultura di Gubbio” a cura di Giorgio Bonomi
2007, Art Cove Gallery, Firenze
2007, Red Line, Firenze
2006, Artur-o, a cura di Laura Franti Gucci, Grand Hotel Minerva, Firenze
2005, Made/Fatto California State University, Firenze
2005, Opere in Mostra Accademia di Belle Arti, Firenze
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